Area Clinica Giovani e Adulti

ANSIA E ATTACCHI DI PANICO

L’ansia è paura in mancanza di un pericolo evidente, uno stato psichico di apprensione che anticipa una situazione considerata spiacevole o pericolosa.
La parola ‘ansia’ deriva dal latino ‘anxietas’, che significa angustia, e da ‘angere’ stringere, soffocare.
L’ansia viene accompagnata da sintomi di tensione e il pericolo atteso che può essere interno o esterno.
Considerata una reazione naturale dell’essere umano, utile per adattarsi e reagire davanti a situazioni di paura, diventa patologica quando assume carattere sistematico e generalizzato e quando inizia ad ostacolare il normale funzionamento della vita dell’individuo.

Il lavoro in terapia può aiutare a riconoscere la natura e le possibili origini dell’ansia e di conseguenza prevenire future esplosioni di angoscia e sofferenze somatiche.

Esemplificazioni cliniche: “Ho la mente inondata da immagini e pensieri spaventosi. Il mio corpo è un bacio di nervi. Non riesco a stare seduto tranquillo. Sento che sto per crollare. Al lavoro non riesco a fare niente.” “Mi sentivo vuoto, come se non fossi nessuno, come se fossi al di fuori di me stesso. Guardavo ed era come se non avessi nessuna influenza su ciò che succedeva.”
(PDM Manuale Psicodiagnostico Psicodinamico)

DISTURBI FOBICI

Paura eccessiva associata ad un comportamento di evitamento.
I disturbi fobici della personalità possono manifestarsi con una fobia specifica oppure fobie multiple. La dinamica principale è il tentativo di affrontare l’angoscia legandola a situazioni specifiche e temute che vengono costantemente evitate. Si possono anche temere i propri affetti, evitando così la consapevolezza dei propri stati emotivi. Si può essere evitanti sia a livello verbale che comportamentale e i soggetti si chiudono non appena avvertono qualcosa di disturbante.
Può accadere che i pazienti fobici, una volta riusciti a rinunciare ai loro desideri di gratificazione della dipendenza, scoprendosi meno spaventati, abbiamo una reazione depressiva. Esiste anche la reazione opposta, quella controfobica (organizzata intorno alle difese dalle paure).
(PDM Manuale Psicodiagnostico Psicodinamico)

DISTURBI OSSESSIVO-COMPULSIVI

Sono caratterizzati da pensieri ossessivi persistenti (ossessioni) e rituali rigidi (compulsioni), possono essere intesi come tentativi di ridurre una grave angoscia.
Quando gli è impedito di mettere in atto le sue compulsione, la persona con disturbo ossessivo-compulsivo può cadere vittima di un terrore diffuso. Può essere scatenato da perdite, stress, o eventi che scatenano angoscia, eventi che possono aver influenzato fantasie di controllo.
Il funzionamento psicologico sottostante al disturbo ossessivo-compulsivo di personalità è la riluttanza a provare emozioni associate all’essere fuori controllo.
(PDM Manuale Psicodiagnostico Psicodinamico)

DEPRESSIONE

La depressione è uno stato affettivo che può variare per intensità da relativamente leggero a profondo, da esperienza sfumata a disturbo clinico gravemente disturbante.

La depressione non è solo una forma estesa di tristezza, è un disturbo che influenza la mente e il corpo, incluse le funzioni cognitive, il comportamento, il sistema immunitario, e il sistema nervoso periferico. Influisce sul normale funzionamento lavorativo, scolastico o relazionale.A differenza della tristezza, che arriva ad ondate, la depressione è oppressiva e costante. La definizione medica di depressione è persistente anormalità nell’umore o sentimenti di disperazione o odio verso di sè.

Un episodio depressivo è definito come un periodo di almeno due settimane in cui una persona si sente depressa o diventa incapace di provare qualunque piacere, accompagnati da sintomi quali: cambiamenti del sonno, nell’appetito e nel desiderio sessuale, perdita di interesse per le cose che prima era ritenute interessanti, anedonia, ossia perdita di piacere per la vita, perdita di energia, incapacità di concentrazione, rallentamento dei riflessi, sentimenti di colpa e pensieri suicidare.
(PDM Manuale Psicodiagnostico Psicodinamico)

DIPENDENZA AFFETTIVA

Gli individui “dipendenti” manifestano i loro sintomi quando qualcosa non funziona nella loro relazione principale. In alcune culture una struttura dipendente di personalità è adattiva ma non in quella occidentale. La tematica prevalente è il senso di incapacità e la tendenza a considerare gli altri come potenti. Lo scopo della loro vita è quello di mantenere relazioni accuditive e di sostegno. Le loro preoccupazioni riguardano l’ansia di prestazione e la paura delle critiche e dell’abbandono. In terapia sono pazienti compiacenti e idealizzanti. Esiste anche una versione passivo/aggressiva, caratterizzata dalla tendenza a soffrire dell’essere legati a una persona e a non riuscire a separarsi e una contro dipendente caratterizzata dal disprezzo verso i segni di vulnerabilità emotiva di sé e degli altri.
(PDM Manuale Psicodiagnostico Psicodinamico)

DISTURBI BIPOLARI

I disturbi bipolari son caratterizzati dalla presenza di un episodio con caratteristiche maniacali (maniacale, misto, ipomaniacale) in aggiunta ad un episodio depressivo o a sintomi depressivi più lievi. Durante gli episodi maniacali l’individuo fa esperienza di umore elevato e/o irritabile, mancanza di sonno, autostima eccessivamente alta, accelerazione dell’eloquio, fuga delle idee, difficoltà di attenzione, agitazione psicomotoria, impegno inattività pur piacevoli ma con conseguenze negative (spendere somme eccessi, avere relazioni sessuali promiscue e pericolose). Si può fare diagnosi di disturbo bipolare I quando il paziente soddisfa tutti i criteri diagnostici per un episodio maniacale e per un disturbo depressivo maggiore.

Il disturbo bipolare II è identificato dalla presenza e/o da una storia di almeno un episodio depressivo maggiore e dall’esistenza e/o dalla storia di episodi ipomaniacali.

Il disturbo ciclotimia viene diagnosticato quando le fluttuazioni dell’umore sono degne di nota ma non sufficientemente gravi da essere considerate bipolari. Anche il disturbo ciclotimia può apparire fin dall’adolescenza, l’età media di esordio dei disturbi bipolari è poco più di vent’anni sia per gli uomini che per le donne.
(PDM Manuale Psicodiagnostico Psicodinamico)

DISTURBI NARCISISTICI

I disturbi narcisistici si caratterizzano per un’esperienza soggettiva di vuoto interiore e di assenza di significato, necessitano di conferme esterne del proprio valore. I narcisisti si confrontano spesso con gli altri, li idealizzano e li svalutano. Nel primo caso si sentono speciali per il solo fatto di avere una relazione con una persona idealizzata, nel secondo si sentono superiori. Il PDM distingue fra il tipo arrogante che crede di avere tutti i diritti (il narcisista inconsapevole) e il tipo depresso/svuotato (il narcisista ipervigile) che tende ad ingraziarsi gli altri e viene facilmente ferito.
(PDM Manuale Psicodiagnostico Psicodinamico)

SESSUALITÀ

Le disfunzioni sessuali sono suddivise in: disturbi del desiderio sessuale, disturbi dell’eccitazione sessuale, disturbi dell’orgasmo, disturbi da dolore sessuale, disfunzione sessuale dovuta da condizione medica generale, disfunzione sessuale indotta da sostanze, e disfunzione sessuale non altrimenti specificata.

Le parafilie, una volta denominate perversioni, sono impulsi, fantasie e comportamenti sessuali ricorrenti ed intensi che implicano oggetti, attività o situazioni insolite e causano un disagio clinicamente significativo o una compromissione sociale, lavorativa o di altre importanti aree del funzionamento dell’individuo.

I disturbi dell’identità di generesono descritti nei termini di un disagio consistente rispetto al genere che è stato assegnato all’individuo una conseguente identificazione con il sesso opposto. Le inclinazioni sessuali e le esperienze sessuali sono abbastanza diverse nei diversi individui, ragion per cui dobbiamo essere cauti con questo tipo di diagnosi.
(PDM Manuale Psicodiagnostico Psicodinamico)

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

I disturbi dell’alimentazione sono caratterizzati da “grossolane alterazioni del comportamento alimentare” e includono due diagnosi specifiche, l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa. La caratteristica essenziale dei disturbi dell’alimentazione è che l’autostima è connessa alla forma e al peso del corpo.

L’anoressia nervosa è caratterizzata per un’eccessiva perdita di peso dovuta a riduzione drastica dell’assunzione di cibo, spesso associata a condotte di evacuazione. (...)Rifiutano di mantenere un peso corporeo minimamente normale. Hanno spesso disturbi significativi della percezione del proprio corpo. La perdita di peso è sentita come una conquista e un segno di grande autocontrollo e disciplina.

La bulimia nervosa è caratterizzata da un ciclo di abbuffate seguite da condotte di evacuazione con cui si cerca di liberare il corpo da calorie non desiderate e di evitare un aumento di peso. Un’abbuffata è l’assunzione di grandi quantità di cibo in un breve periodo di tempo, spesso seguita da umore depresso, severe autocritiche, e la sensazione di non avere il controllo su ciò che si sta mangiando.
Le seguenti preoccupazioni emotive sono presenti tanto nell’anoressia quanto nella bulimia:

  • Sensazione di essere affamati di cure e di affetto e struggente desiderio di essere protetti ed amati.
  • Sensazione di fallimento, debolezza e vergogna.
  • Sentimento di essere privi di valore e inefficaci.
  • Paura di essere abbandonati dagli altri.
  • Sentimenti di rabbia ed aggressività vengono avvertiti come pericolosi e intollerabili e perciò vengono negati.
  • Paura che provare emozioni porti a perdere il controllo.
  • Preoccupazione di essere inadeguati.
  • Una certa importanza attribuita all’essere giovani, ‘piccoli’, non cresciuti ed innocenti, desiderio di rimanere bambini.

PDM Manuale Psicodiagnostico Psicodinamico)

CONTROLLO DEGLI IMPULSI

I disturbi del controllo degli impulsi racchiudono le seguenti diagnosi: disturbo esplosivo intermittente, cleptomania, piromania, gioco d’azzardo patologico, tricotrillomania e disturbo del controllo degli impulsi non altrimenti specificato.

La caratteristica essenziale è il fallimento nel resistere alla tentazione di compiere atto che danneggia se stessi o altre persone. Inoltre l’individuo ha una sensazione crescente di tensione prima di passare all’atto; prova piacere, gratificazione o sollievo quando lo compie, e può provare rimorso, sentirsi in colpa dopo averlo compiuto.

Il disturbo esplosivo intermittente è caratterizzato dall’incapacità di resistere a impulsi aggressivi che induce il soggetto ad assalire fisicamente altre persone o a distruggere la proprietà altrui.

La cleptomania è caratterizzata da un’incapacità ricorrente di resistere di rubare oggetti non necessari e privi di valore economico o personale.

La piromania caratterizzata dalla tendenza ricorrente di appiccare fuochi per piacere e per alleviare uno stato di tensione.

Il gioco d’azzardo patologico include comportamenti ricorrenti, persistenti e disadattavi che implicano gioco d’azzardo e che mettono a repentaglio le proprie realizzazioni personali, familiari e lavorative.

AUTOLESIONISMO

E’ un fenomeno diffuso tra gli adolescenti e spesso è un modo per non prestare ascolto al dolore emotivo, concentrandosi sul dolore fisico autoindotto. Può rappresentare il tentativo di comunicare il dolore agendolo, anziché comunicarlo con le parole.

I comportamenti autolesivi possono avere alla base:

  • Senso di vuoto interiore.
  • Sentimento di solitudine, rabbia, per cui ferirsi serve a scaricare una tensione non tollerabile.

Importante non colpevolizzare e/o criticare tali comportamenti, ma leggerli come una richiesta di ascolto, di attenzione e di aiuto.

RITIRO SOCIALE (HIKIKOMORI)

Hikikomori significa ‘isolarsi’, è un fenomeno emerso in Giappone negli anni ’80, in forte crescita tra gli adolescenti, ma non solo, nel nostro Paese e in tutto il mondo.

I fattori principali che caratterizzano i ragazzi ritirati socialmente sono:

  • Assenza di motivazione per la scuola o il lavoro per almeno 6 mesi.
  • Scelta di ritirarsi nella propria camera, allontanandosi dalle relazioni con i pari e con qualsiasi contatto col mondo esterno.

Tale comportamento denota un profonda sofferenza emotiva e un blocco evolutivo.

Questi ragazzi temono gli sguardi giudicanti dei pari, sono ossessionati dalla vergogna ed dall’imbarazzo e spesso, per sedare l’ansia e l’angoscia che provano, si rifugiano in Internet.

DIPENDENZA DA INTERNET

Il mondo virtuale può essere più tutelante rispetto al mondo reale, e in alcune situazioni l’attività in rete può avere la funzione di ‘palestra sociale’ (M. Lancini); per i ragazzi ritirati socialmente può rappresentare uno spazio dove sperimentare relazioni, anche se virtuali, acquisendo e sviluppando competenze affettive e relazionali.

Per diagnosticare una dipendenza da Internet si devono osservare:

  • Dominanza dell’attività virtuale nella sfera cognitiva, affettiva e comportamentale.
  • Alterazioni del tono dell’umore.
  • Sintomi di astinenza.
  • Conflitti.
  • Ricadute rispetto all’utilizzo.

Tra i fattori di rischio troviamo:

  • bassa tolleranza alla noia;
  • alti livelli di timidezza;
  • disturbi affettivi, es. depressione;
  • disturbi d’ansia;
  • disturbi ossessivo-compulsivi;
  • fobia scolare;
  • sindrome disattenzione e iperattività;
  • frequenti ideazioni suicidare.

DIPENDENZA DA SOSTANZE

Il disagio acuto o cronico è alla base dei problemi di dipendenza.

Oltre alla dipendenza da nicotina, la dipendenza da alcool continua ad essere la maggiore, seguita dalla dipendenza da marijuana, ma sono anche diffusi l’abuso di cocaina, eroina, analgesici, e sempre di più di metanfetamine. Molto spesso la vulnerabilità alla dipendenza è conseguenza di lacune evolutive dell’io e dell’organizzazione del sé, e l’uso di sostanze rende più tollerabile il disagio psichico.

L’esperienza della propria vita emotiva delle persone con dipendenza da sostanze ha speso queste caratteristiche:

  • Comuni sentimenti di noia, depressione e mancanza di valore, alternati a atteggiamenti rivendicativi.
  • Sentimenti di rabbia e aggressività, agitazione e sensazione di andare in pezzi.
  • Bisogno fisico e desiderio della sostanza, sentimenti di panico se non si riesce a procurarsela.

SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ

Gli incontri di sostegno alla genitorialità sono uno spazio (individuale, di coppia o di gruppo) dove è possibile, per i genitori, trovare risposte ai dubbi e agli interrogativi sulle scelte educative, sulle difficoltà di comunicare in modo funzionale ed efficace, sul riconoscimento precoce dei segnali di disagio, sul proprio modo di vivere la genitorialità e di fornire una “base sicura da cui un bambino o un adolescente possa partire per affacciarsi al mondo esterno e a cui possa tornare sapendo per certo che sarà il benvenuto.“ (J. Bowlby)

SOSTEGNO PSICOLOGICO NELLE SEPARAZIONI

La separazione è un evento critico molto stressante, sempre comporta una cambiamento radicale: individuale e relazionale.

Da cosa ci si separa?

Non ci si separa solo dal coniuge, dal compagno o dalla compagna, ma anche da molto altro: da aspetti materiali, affettivi e simbolici della propria vita. E’ un evento che causa una ristrutturazione di molte relazioni, in famiglia, coi figli, con gli amici e delle abitudini delle persone coinvolte, i padri spesso cambiano casa, ad esempio.

Il fallimento del proprio progetto coniugale, di vita, mette in crisi profondamente l’identità, che, se non è abbastanza strutturata da sopportare il dolore per il cambiamento ed adattarvisi, si irrigidisce, alzando muri, opponendo resistenze, seminando rancori e odio: il coniuge separato, uscendo dalla sfera del familiare, diventa l’estraneo, il nemico.

La separazione genera angoscia e dolore, e spesso gli attori del dramma, non sono pronti a cambiare veramente, non sono pronti a mettersi in discussione, come la situazione richiederebbe, ci si pone al riparo, da scomode domande circa loro stessi e la relazione con l’Altro.

La delicatezza e la drammaticità dell’evento della separazione, troppo spesso passano inosservati, il dolore non è dicibile e lo si esorcizza trasformandolo in ‘guerra’: tutti si vivono come vittime dell’Altro, innescando ‘giochi di potere’ con esiti spesso drammatici per tutti ma, soprattutto per i figli, quelli sì, vittime innocenti della situazione.

Al fine di sostenere il cambiamento e di trasformare una ‘crisi’ in opportunità di crescita, magari riconoscendo ciò che di disfunzionale è presente all’interno delle relazioni familiari e non, può essere utile intraprendere un percorso di psicoterapia.